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Risotto al salto con bietole

300 g riso
groviera q.b
1 bustina di zafferano
1 l di brodo vegetale
50 g burro
1 cipolla piccola
1 dl di vino bianco
30 g di parmigiano grattugiato
5 cucchiai di olio extravergine d’oliva
200 g bietole

Fate appassire la cipolla tritata in un tegame con 30 g di burro. Versate il riso e fatelo tostare. Sfumate con il vino bianco e portate a cottura il riso, unendo il brodo caldo, un mestolo per volta.
A metà cottura unire lo zafferano sciolto in poco brodo. Togliete dal fuoco e mantecate con il rimanente burro e il parmigiano grattugiato.
Stendete il risotto sopra un piano di lavoro, formando uno strato dello spessore di un cm e lasciate raffreddare per qualche minuto.
Ricavate 4 dischi del diametro di 18 cm e fateli tostare in una padella spennellata di olio da entrambi i lati.
Trasferiteli in una pirofila da forno unta di olio e distribuite su di ognuna pezzetti di groviera e lascaite gratinare nel forno caldo a 180° per 5-7 minuti.

Intanto sbollentate le bietole. In una padella antiaderente fate rosolare uno spicchio d’aglio, aggiungete le bietole, salate e fate saltare per qualche minuto.

Servite il risotto con le bietole attorno.

Appunti sul riso e risotti

DSC09540.JPG Il termine “risotto” ha origine nei dialetti delle zone risicole italiane, quelle che si snodano lungo il Po, dal Piemonte al Veneto, passando per la Lombardia e l’Emilia, e indica una preparazione di riso cremoso, più o meno denso ma mai brodoso, in cui i chicchi rimangono singolarmente avvertibili sotto i denti.
Le varietà di riso più indicate per la loro preparazione sono soprattutto quelle che cedono lentamente amido durante la cottura, permettendo di ottenere l’insieme cremoso che lega i chicchi di riso.
Questa caratteristica è propria dei risi appartenenti ai gruppi fini e superfini e di una particolare qualità di riso semifino, il Vialone nano, la cui versatilità fa sì che sia utilizzato, olter che per risi bolliti, supplì e timballi, anche per la preparazione dei risotti.

Risi fini: tra i risi appartenenti a questo gruppo sono indicati in genere per i risotti il Padano, il Ribe e il Roma. i risi fini richiedono un tempo di cottura che varia dai 14 ai 16 minuti.

Risi superfini:l’Arborio ha chicchi molto grandi con un nucleo ricco di amidoche rimane perfettamente al dente, mentre la superficie rilascia la giusta quantità di amido che consente di mantecare risotti ricchi di sugo e condimento. La sua cottura richiede grande precisione perchè il passaggio da crudo a troppo cotto in questa varietà di riso è particolarmente rapido. Il “Carnaroli” per le sue caratteristiche culinarie è una delle qualità più utilizzate dalla grande gastronomia, tanto da essere considerato il “Re” dei risotti. Ha chicchi molto ricchi di amilosio, dotati di una grande tenuta di cottura e con eccellenti capacità di assorbimento e risulta ideale per quei risotti che richiedano la presenza di chicchi ben sgranati.

Vialone nano :Questa qualità di riso semifino, pur essendo utilizzato per supplì. timballi e riso bollito, risulta ottimo anche nei risotti. Questo riso, caratterizzato da grana di lunghezza media e tonda, è molto usato in particolare nel Veneto, oltre a essere utilizzato nella preprarazione del famoso “riso alla pilota”.